Trattative in difficoltà, coordinamento Filcams propone iniziative
Si è svolto ieri a Roma il coordinamento Filcams del settore farmacie, con i territori collegati anche in videoconferenza per rendere possibile una più ampia partecipazione.
La delegazione trattante ha riportato al Coordinamento i contenuti dell’ultimo incontro in ristretta, con la conferma delle richieste forti di Federfarma su flessibilità e permessi, e delle disponibilità estremamente limitate espresse dal sindacato datoriale rispetto alle richieste di noi lavoratori, sulle quali si continuano a registrare resistenze e rispetto ad incontri precedenti anche qualche passo indietro.
E’ stata presentata al Coordinamento anche la bozza del documento da consegnare al Ministero della Salute sulle difficoltà dei rinnovi contrattuali delle farmacie, a seguito dei contatti avuti con il Ministro Speranza in occasione di Farmacistapiù.
Diversi partecipanti pur condividendo il proposito di consegnare al Ministro un testo molto essenziale hanno proposto integrazioni alla bozza (riguardo ai destini delle aziende municipalizzate, al ruolo delle multinazionali), chiedendo di approfondire nel documento anche il focus riguardo a quanto la proposta delle farmacie per la remunerazione sperimentale dei servizi alla base del documento approvato dalla Conferenza Stato Regioni (cioè quando hanno da chiedere soldi al Ministero) proponga di valorizzare le competenze e il ruolo sanitario del farmacista territoriale, senza che poi nella trattativa contrattuale (quando dovrebbero condividere gli utili con chi ogni giorno svolge i servizi lavorando al banco) la stessa Federfarma prenda atto dell’urgenza di alcuni strumenti condivisi tipo la formazione (che se è condivisa è anche retribuita come orario di lavoro), e della necessità di riconoscere anche economicamente competenze e responsabilità delle nuove mansioni richieste ai collaboratori.
Lo stesso dott. Cossolo, Presidente nazionale di Federfarma , ha legato il rinnovo del contratto di lavoro alla trattativa sulla remunerazione dal palco di Farmacistapiù, ma da quelle che sono le posizioni espresse in trattativa ormai da quasi due anni sembrerebbe che invece secondo il sindacato dei titolari il rinnovo del contratto si debba fare non per farmacie sempre più sanitarie e professionali e ricche di servizi ad alta qualificazione, ma per farmacie che si fanno concorrenza molto più banalmente sugli orari di apertura commerciale, e cercando di pagare i collaboratori meno possibile ( dopo sette anni dalla scadenza dell’attuale contratto, è sempre utile ricordarlo!).
Filcams Nazionale si è impegnata a verificare la possibilità di una condivisione unitaria con le altre organizzazioni sindacali del documento e del tentativo di coinvolgere il Ministero della Sanità perchè si esprima a sostegno delle istanze dei lavoratori del settore, come è già successo negli ultimi mesi riguardo al rinnovo del contratto nazionale della Sanità Privata (quello di chi lavora nelle cliniche private, altrettanto convenzionate con il SSN), fermo ormai da 12 anni e non ancora giunto ad esito. Si è valutata anche la possibilità di sostenere con un presidio di delegati col camice la consegna al Ministero del documento sui nostri rinnovi contrattuali.
Alcuni responsabili territoriali hanno poi annunciato che intanto stanno organizzando la convocazione di riunioni provinciali con i lavoratori delle farmacie sullo stato delle trattative dei rinnovi, per sondarne gli umori riguardo agli elementi in discussione al tavolo e anche la disponibilità alla partecipazione a iniziative pubbliche a sostegno. La prima di queste riunioni è fissata per la sera del 19 novembre a Firenze.
Tag: cgil, difficoltà, Federfarma, filcams, iniziative, trattativa
56 commenti
Non c’è limite al peggio vero sono solo un magazziniere a me sono state chieste le ferie arretrate in questo momento di super lavoro ed in questa mansione sono da solo in una farmacia aperta 365 giorni all’anno solo per risparmiare pochi spiccioli io come voi non sono difeso sindacato assente in toto
Ciao Carmine
Ti fanno smaltire ferie in questo periodo con la farmacia piena? Strano, ma dipende anche da quante sono queste ferie arretrate.
Noi per difenderci e per contrattare quello che ci riguarda il sindacato lo facciamo tutti i giorni, collaborando con i colleghi che lavorano con noi e con le strutture della Filcams, se hai problemi in cui ti possiamo aiutare prova a contattarci in pvt
Buongiorno.
Mentre viene chiesto a tutti di restare in casa ed evitare ogni contatto sociale, ai farmacisti viene imposto di stare in prima linea, a contatto con il pubblico per 8 ore al giorno, protetti… dalla speranza che al più presto arrivino le mascherine adatte, o che il titolare decida di operare a serrande abbassate o che la buona stella dia una mano. L’impressione è che, con 200 scontrini al giorno, sia solo una questione di tempo trovarsi positivi. Una voce dal sindacato? Neanche l’ombra, in fin dei conti ci è stato rinnovato il contratto… 10 anni fa! Ma se qualcuno si sentisse preso in giro c’è una consolazione: Federfarma ha mandato una circolare in cui si dice orgogliosa della nostra abnegazione.
Ciao Andrea, noi eravamo un po’ impegnati a chiedere alle aziende in cui lavoriamo gli schermi in plexiglas e le mascherine e non avevamo aggiornato il blog ma solo la pagine FB, ma se leggi l’articolo pubblicato il 18 marzo “Aumentiamo le difese” vedrai che di voce il sindacato (almeno il nostro, la Filcams, per voce delle sue strutture nazionali, regionali e territoriali, da sola o con Fisascat e Uiltucs) ne ha spesa un bel po’ dal 6 marzo in poi, proprio chiedendo più sicurezza per chi sta a lavorare in farmacia mentre al resto della popolazione è prescritto di stare a casa.
Buonasera.
L’attuale emergenza dovuta al corona virus mette noi farmacisti in una situazione di altissimo rischio, dato l’elevatissimo afflusso di persone e l’assenza, quasi ovunque, di dispositivi di protezione adeguati (da noi solo mascherine chirurgiche).
Ho letto che in alcune regioni si sta valutando di far proseguire l’attività a battenti chiusi o si danno suggerimenti circa l’apposizione di barriere trasparenti o teli di plastica dal soffitto al bancone (Lombardia e Piemonte).
Vorrei conoscere la posizione del sindacato e se abbia presentato richieste in tal senso.
Siamo tra i lavoratori più esposti.
Grazie
Ciao Paola, non c’è dubbio, siamo tra i lavoratori più esposti. Per quello dal 6 marzo, il giorno dopo il primo decreto che ha esteso l’allarme Covid in tutto il territorio nazionale, la Filcams chiede di aumentare le protezioni per chi lavora in farmacia. In momenti diversi con interlocutori diversi, per cercare di garantire degli standard riguardo alla sospensione dei servizi a contatto ravvicinato (pressione, autoanalisi), l’installazione dei diaframmi di plexiglass, la consegna dei DPI. In tante farmacie sono stati installati i plexiglass negli ultimi dieci giorni, non solo in Lombardia e Piemonte, anche se qualcuno all’inizio non voleva metterli. Nelle aziende sindacalizzate è stato più facile insistere. Comunque ancora non ci siamo con gli standard, lo sappiamo, tanti colleghi ci segnalano carenze, per questo negli ultimi giorni abbiamo cominciato a insistere sui battenti chiusi dove non sono garantiti i DPI. Trovi tutto nell’articolo del 18 marzo in home page
Brava paola👌👌👌probabilmente non c’è volontà di rinnovo non resta che rassegnarci mah
Ma voi colleghi, non siete stufi di essere trattati come dei servi della gleba per anni e poi diventare professionisti della salute indispensabili appena si diffonde il coronavirus. Anche i colleghi sindacalisti devono farle pesare queste cose al momento della contrattazione!!
Dani ha perfettamente ragione. E comunque, a prescindere dal momento, che un laureato abilitato abbia una paga oraria come quella dei farmacisti italiani è semplicemente scandaloso. Rinnovo un’ipotesi che tanto aveva scandalizzato il sindacato oltre un anno fa (ma nulla nel frattempo è cambiato): se con la contrattazione non si riesce (quando il sindacato ammetterà che non riesce??) perché non chiedere a un giudice se la nostra paga oraria è conforme o no al dettato costituzionale (Articolo 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro ..”). E per favore, non rispondetemi ancora che faccia pure causa da sola, perché sapete bene che l’impatto di una causa individuale non è paragonabile (foss’anche solo a scopo provocatorio) a quello di una causa collettiva. Non chiedetemi per favore di iscrivermi al sindacato, perché sono già iscritta, ma mi sto seriamente domandando a che scopo e con quale beneficio. Quanto allo sciopero, io potrei anche farlo, ma molti colleghi e colleghe hanno scritto (e comprensibilmente) di non essere nelle condizioni di farlo, perchè ricattabili su orari etc. Per favore, fateci vedere un’azione diversa, facciamo un’azione collettiva, anche FEDERFARMA non la ignorerà
Non siamo IL SINDACATO, siamo solo delegati, ma siccome frequentando il sindacato un po’ di esperienza si fa, la causa che continui a proporre semplicemente non è fattibile come la immagini tu. “Collettiva” è la causa intentata da tanti lavoratori insieme a un sindacato. Nomi, cognomi, buste paga, mandato formale al sindacato e agli avvocati etc. Non esistono cause intentabili da un sindacato AL POSTO dei lavoratori interessati.
Io non ho chiesto che il sindacato faccia una causa AL POSTO mio! Ho chiesto che il sindacato lo proponga: io, come penso molti colleghi, visto il fallimento dei negoziati, sono uno dei tanti lavoratori che vorrebbero intentarla INSIEME e INSIEME al sindacato. Perchè vi rifiutate a priori?
Perchè all’interno dei sindacati come in tutte le forme di rappresentanza, le posizioni si discutono e si fa sintesi. E dei delegati attivi nessuno propone quello che proponi tu. Se ne vuoi parlare parliamone, ma non sappiamo chi sei, in che provincia lavori e a quale sindacato sei iscritta. Se sei iscritta alla Filcams , partecipa alle riunioni dei coordinamenti, puoi partecipare anche in videoconferenza dalla sede sindacale della tua provincia.
La mossa migliore sarebbe essere più partecipativi alle attività dei sindacati!
Silenzio assoluto mah a che gioco giochiamo?
Non è un gioco, e non giochiamo. Non ci sono sviluppi da raccontare posteriori all’invio del documento al Ministro.
Tutto tace…..nessuna novità prox incontro
Anno nuovo vita vecchia
Buongiorno.
E’ stato poi chiesto un incontro col Ministro della Sanità Speranza?
Credo sia un’opportunità da cogliere.
Carissimi colleghi farmacisti dipendenti e sindacalisti, la nostra retribuzione oraria netta è di circa 7,50 euro, è una VERGOGNA pagare una tal miseria il personale laureato e specializzato che ha responsabiltà anche penale se sbaglia nella dispensazione o nella preparazione di un farmaco.
E’ una delle retribuzioni più basse in Europa; io definsco ciò sfruttamento a fronte anche della flessibilità oraria richiesta, che vuol dire in poche parole lavorare di più e avere meno tempo a disposizione per la propria vita privata. Occorrerebbe organizzarsi in un sindacato valido finanziato anche da noi dipendenti, organizzare scioperi e proteste rendendo pubblico il nostro malcontento e questa insulsa retribuzione salariale pari se non inferiore a quella di una donna delle pulizie, con tutto il rispetto parlando. Occorrerebbe organizzare anche, se il caso, scioperi della fame, tipo Pannella, davanti alla sede di Federfarma facendo partecipare giornali e televisioni affinchè più gente possibie venga a conoscenza di questo vergognoso trattamento economico e delle quotidiane umiliazioni a cui sono sottoposti gli “schiavi” farmacisti dipendenti. Occorrerebbe informare gli studenti nelle facoltà di farmacia italiane del “roseo futuro lavorativo ” che li attende. Forza UNIAMOCI perchè l’unione fa la forza. la nostra retribuzione dovrebbe essere minimo 10 euro netti l’ora
Il sindacato c’è, e per ciò che riguarda la CGIL non c’è dubbio che sia finanziato solo dal tesseramento dei lavoratori. È certificato. Ti aspettiamo
Potete usare la mia email per comunicazioni, grazie.
Lavoro a Venezia, non sono una vostra iscritta, comunque seguo con interesse ciò che fate.
Se tu fossi stata iscritta sarebbe stato più facile coinvolgerli nell’organizzazione di una riunione sul tuo territorio, te l’abbiamo chiesto per questo motivo. Comunque se si muove qualcosa dalle tue parti ti avvertiamo. Possiamo usare la tua mail?
Carissimi sindacalisti, vi chiedo se avete in programma in futuro una riunione in Veneto per i farmacisti dipendenti sulle tematiche del rinnovo del contratto e della farmacia dei capitali. Grazie
Ciao Claudia. Ci puoi anche chiamare colleghi, il sindacato è fatto da lavoratori che si impegnano nel sindacato, e anche questo blog. Non organizziamo noi del blog le riunioni, ne diffondiamo notizia e partecipiamo se sono vicine. Ad ora non sappiamo di nessuna riunione già programmata in Veneto, ma speriamo che dopo quella di Firenze ne vengano organizzate altre. Sappiamo che altri territori ci stanno lavorando su. In che città lavori? Sei iscritta alla Filcams? Hai voglia di aiutare a organizzare?
Carissimi colleghi, prima di pensare ad uno sciopero, bisognerebbe che molti più farmacisti partecipassero alle riunioni che il sindacato organizza, come per esempio quella di Firenze!!
👏👏👏
Si comincia da lì con la partecipazione, brava Claudia
Quando parliamo di sciopero dobbiamo essere “molto chiari” in che modo lo si vuole fare. A mio avviso è da presumere che non servirà UNO sciopero, ma UNA SERIE di scioperi articolati e programmati. Su questa seconda ipotesi, per non floppare come in passate occasioni, tutti i colleghi devono essere coscienti su quanto sono disponibili a rischiare. Una giornata di sciopero, credo, mediamente ad un titolare “solletica” poco, con un minimo di organizzazione può superare il disagio e il disservizio potrebbe essere “scaricato” sull’immagine del collaboratore. Con una serie di scioperi programmati questo potrebbe creare non pochi problemi al titolare! A questo punto è da capire quanto ognuno sarebbe disposto a “rischiare” e “sopportare le lamentele” ed “eventuali epurazioni” (con minacce velate). Teniamo presente: a) molte realtà il rapporto è 1:1 o 1:2; b) una buona parte dei collaboratori sono mamme e con contratti part time; c) spesso nei sondaggi “tanti” dicono ci sono, poi alla fine il numero si riduce drasticamente e i soliti si ritrovano in piazza.
Tenendo presenti le condizioni a, b e c (che condivido) e tutte le premesse che hai fatto, se tu potessi farlo proclameresti uno sciopero? Io conservo molti dubbi
Marco te lo dico da ora, sono una mamma non part time ma siamo in due dipendenti e la titolare, non riuscirei a reggere il clima al lavoro se facessi sciopero, anche se sono iscritta alla CGIL. Siamo troppo ricattabili, io per prima. Mi dispiace ma non me la sento. Mi sento più capita dalla redazione che dai due o tre colleghi che qui spingono per lo sciopero, uno mi ha anche offesa perché ho scritto che non me lo potrei permettere, ma se la titolare mi cambiasse orario per ritorsione non riuscirei ad avere neanche un pomeriggio libero per i figli
Tranquilla Antonella, il collega che ha augurato a te la pellagra (e a tutti i colleghi che non se la sentissero di aderire allo sciopero che lui invoca) a me ha consigliato cose irripetibili su cosa dovrei fare con le tavole rotonde a cui invito il sindacato nei contesti della professione, e non l’ha fatto neanche con l’anonimato che vige qui per chi vuole, ma direttamente sulla pagina FB. È uno a cui piace questo livello di discussione.
Antonella, ti capisco e conosco diverse situazioni ( per non dire molte) dove l’ambiente di lavoro non è facile. La mia analisi “breve e limitata” voleva solo sottolineare la difficoltà nel proclamare uno sciopero efficace. Per rispondere a Benedetta non credo ci siano le condizioni per farlo allo stato attuale. Il mio commento si rifa’ a quelle posizioni (rispettabilissime) di diversi colleghi che prospettano tale azione, ma a mio avviso forse perdono di vista il perimetro della situazione.
Rispettabilissime tutte le posizioni… di chi ha rispetto per le posizioni altrui e per le persone.
Fateci sapere di più sulla riunione di Firenze. Sto in una provincia vicina, vorrei venire
Ciao Paolo,
il volantino è già sulla nostra pagina FB. Sarà martedì 19 novembre alle 21
Proporrei al sindacato di attenzionare al ministro della salute, e quindi valutare se aprire o no una vertenza, anche le eccessive e sproporzionate aperture orarie, che sono servite solo esclusivamente alle proprietà di fare cassa(in questi anni non hanno portato nessuna assunzione di personale…) andando a scardinare l ottimo servizio di guardia che in passato garantiva omogeneità e capillarità nelle erogazioni di farmaci…quindi a mio avviso se non riusciamo ad ottenere il rinnovo contrattuale, almeno cerchiamo di migliorare la qualità lavorativa bloccando queste eccessive e selvagge liberalizzazioni…. Saluti
La vertenza sulla legge che ha liberalizzato gli orari di apertura è una vertenza collettiva di tutta la Filcams CGIL, non riguarda solo le farmacie, la facciamo tutti insieme dal 2012. L’ultima volta che la Filcams è andata in audizione parlamentare su questa vertenza ci abbiamo anche pubblicato un articolo qui sul blog. Ma per cambiare una legge ci vuole la volontà politica di farlo, e nonostante i proclami di qualcuno in campagna elettorale quella volontà politica non sembra che ci sia, per ora.
Trenta righe di fuffa inutile, non c’è mezza cosa utile ad ottenere un rinnovo decente.
Buongiorno Daniele. Eravamo già in pensiero per la mancanza del tuo contributo a sostegno dell’azione sindacale. Chi non vuole un rinnovo decente continua ad essere il sindacato del tuo titolare. E tu continui a prendertela con noi. Intanto hai sondato i tuoi colleghi per fare quell’assemblea territoriale? Filcams Firenze comincia. Tu che fai?
Le associazioni padronali firmano rinnovi migliorativi solo se costrette non certo grazie a dei piagnistei rivolti ad un ministro di un governo che non mangierà nemmeno il panettone.
E come si fa a costringere Federfarma? Io non riesco a costringere il mio titolare neanche a darmi le ferie
Rosa, contattaci. Riguardo alle ferie ti spieghiamo volentieri un paio di elementi che possono aiutarti a fartele dare, fruirne è un diritto e pagarle non si può se non a fine del rapporto di lavoro. Su costringere Federfarma a un rinnovo degno, lo sa Daniele come fare 😉
Beh, Daniele, dopo diversi governi che non davano ascolto (per scelta politica) alla rappresentanza dei lavoratori, questo ha un altro atteggiamento. E per il sindacato la possibilità di averne sostegno in una vertenza contrattuale può essere uno strumento di pressione importante, non un piagnisteo. Specie in un settore che ha una convenzione con il SSN. Speriamo che il panettone 2019 sia buono, e che ne mangino pure un altro paio (alla tua salute). Intanto proviamo a sparigliare un po’ visto che ce ne siamo costruiti la possibilità
Mi sfugge qualcosa… lavoro in farmacia da 20 anni e fino a 7/8 anni fa il contratto veniva rinnovato con una certa regolarità e prevedeva un seppur minimo aumento di stipendio. Ora cosa è cambiato? Cosa rende questo rinnovo così difficoltoso oltre ogni ragionevolezza? Federfarma si renderà ben conto del tempo che passa e degli stipendi bloccati..?
Se ne rendono conto eccome, secondo me. E lo considerano conveniente, evidentemente. Farci fare anche la farmacia dei servizi con due lire di aumento e con il tempo per la formazione a carico nostro, visto che nell’accordo sperimentale è tutta Ecm organizzata dall’Ordine, sarebbe solo la ciliegina sulla torta. E vogliono anche più flessibilità negli orari????? Ma come si fa ad andare avanti nella trattativa se disponibilità e richieste sono queste?
Daniela, certo che si rendono conto. Se gli stipendi sono fermi da anni, il costo del lavoro è fermo. Dal punto di vista di chi paga gli stipendi non è una cattiva notizia.
a rendere difficoltoso il rinnovo è il rinnovo da parte dei farmacisti titolari della remunerazione dei farmaci che passa la mutua. Ho tariffato ricette per anni e se 10 anni fa guadagnavano 100 ora loro guadagnano 70….sempre tanti ma la categoria dei titolari di farmacia privata più ne hanno più ne vogliono….BRUTTA RAZZA. Parlo semplice” loro dicono non ci rinnovate la remunerazione?bene…..noi non rinnoviamo il ccnl ai dipendenti. Un altro aspetto è l inserimento della DD(distribuzione diretta di farmaci) da parte degli ospedali, ora lavoro in ospedale e me ne occupo……gli ospedali si stanno attrezzando per dare terapie a persone che escono dall ospedale….questi avranno la terapia in uscita dall ospedale e in farmacia chi ci va più. I titolari di farmacia questo lo sanno bene e sono ben tutelati da Federfarma a cui tutti aderiscono e tutti versano una cospicua somma di denaro per pagare fior fiori di avvocati e parlamentari. SENZA SCIOPERO CARI MIEI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE. #IOSTOCONDANIELE se mai si facesse anche se fortunatamente non faccio piu parte della categoria parteciperò volentieri, ma la vedo dura.
Noi invece stiamo con chi ci prova ogni giorno, a far rispettare diritti e a costruirne di nuovi. Ascoltando i colleghi e condividendo decisioni e strumenti. Uno sciopero non si può proclamare e basta, prima bisognerebbe fare assemblee per verificarne la condivisione, per organizzare un’adesione diffusa. Ad oggi non ci sembra uno strumento praticabile.
Sentiremo che umori ci riferiranno i compagni di Firenze dalla loro assemblea già fissata, per esempio. E gli altri che ne organizzeranno in altri territori. Con le persone ci si parla dal vivo, dello stato delle trattative e di cosa si può fare per imprimere una svolta. Se avete voglia di collaborare siete i benvenuti.
Per ora vediamo solo qualche commentatore qui, tipo te e Daniele, e un sondaggio fatto una settimana fa su FB da MNLF a cui il 77% ha risposto che parteciperebbe a un eventuale sciopero, ma il 77% di quelli che hanno votato sarebbero 107 colleghi. Secondo voi bastano? Nel settore ne lavorano circa 60 mila.
I titolari sono tutti iscritti a Federfarma, come dici tu, e fanno lobbying come forza coesa. Invece i furbissimi non titolari che lavorano in farmacia privata schifano l’idea di iscriversi ai sindacati che li rappresentano perché dicono in giro che siano i sindacati delle commesse. Anche se sono gli stessi sindacati che nelle aziende di farmacie come quella dove lavoro io firmano anche i contratti integrativi, oltre che entrambi i contratti nazionali delle farmacie e anche quello degli studi professionali. Strana l’idea che avete della lotta di classe, Luca
In una società in cui vi è lotta di classe, se le classi sfruttatrici hanno la libertà di sfruttare i lavoratori, i lavoratori non hanno la libertà di non subire lo sfruttamento. Se vi è democrazia per la borghesia, non vi è democrazia per il proletariato e per il lavoratori…..ecco cosa intendo per lotta di classe. E se non lo avete capito ora state freschi ,questa tarantella andrà avanti per anni se non si proclama uno sciopero serio…ma purtroppo lo sciopero serio in questa categoria è una chimera. Lo capite o no che state tergiversando? Sentiamo qui ,sentiamo li…parliamo oggi ,parliamo domani….la verità è una :SENZA SCIOPERO DI MASSA CIO CHE MERITA IL FARMACISTA NON LO OTTERRÀ MAI. Ci hanno tenuto, ci tengono e ci terranno per le palle per sempre…..questa è la triste verità che tutti sappiamo ma che alcuni dopo 10 anni di trattative fanno fatica a vedere….
L’unico strumento che hanno i lavoratori per agire rapporti di forza è quello di organizzarsi nel sindacato, con la costruzione di un percorso condiviso e poi si possono anche proclamare gli scioperi e farli riuscire. Se pensi che lo sciopero serio in questa categoria sia una chimera, perché vorresti che venisse proclamato?
Luca, scusami, tu che ci dai lezioni di lotta dura senza paura, il 6 maggio 2016 quando fu proclamato unitariamente lo sciopero dei lavoratori delle farmacie (perché Federfarma a 3 anni dalla scadenza del contratto non voleva neanche aprire la trattativa di rinnovo), hai fatto sciopero, vero? Sei andato in piazza? In quale città? Scusa se m’impiccio, ma ho ricordi chiarissimi della mancata adesione a quello sciopero. Io c’ero.
Il mio titolare già mi tiene per le palle, è Consigliere dell’Ordine provinciale. Se facessi sciopero e mi rendesse la situazione invivibile non troverei neanche posto altrove
Le ricette le tariffiamo in tanti, Luca, è vero quello che dici sul fatto che valgono molto meno di dieci anni fa. Ma invece il mercato farmacia in generale in questi anni ha sempre avuto il segno + , e sappiamo tutti quanto ci rompono le palle sullo scontrino medio commerciale tutti quei consulenti marketing che i nostri titolari pagano profumatamente, al contrario di quanto vogliono pagare noi
Io penso che a volte ci lamentiamo troppo, perché è vero che la farmacia è un servizio civico, ma se vendiamo prodotto omeopatici possiamo vendere qualsiasi cosa, per cui sì a integratori e altri prodotti di questo genere, che alla lunga aiutano eccome a fatturare di più!