Farmacie comunali, tutelare lavoratori e servizio nelle modifiche societarie
Allarme rosso, e pienamente giustificato, in questi giorni tra i lavoratori diverse aziende di farmacie comunali o partecipate in giro per la penisola.
Gli articoli che vi invitiamo a leggere, presi da newsletter di categoria e siti di cronaca locale, sono usciti nelle ultime settimane e riportano due situazioni in evoluzione in questi giorni:
quella della vendita da parte del Comune di Genova delle sue 8 farmacie (secondo una delibera definitiva, già approvata a dicembre nonostante la ferma opposizione dei sindacati e la ripetuta mobilitazione dei lavoratori, di cui però il 14 febbraio è stato comunicato sostanzialmente lo stralcio della parte che garantiva la tutela occupazionale)
e la notizia – qui da Modenatoday – del prossimo cambiamento di proprietà delle quote di maggioranza delle Farmacie Comunali di Modena, Sassuolo, Desio finora in mano a Finube (prima di Coop Estense, ora Coop Alleanza 3.0) e ora in procinto di essere acquisite da una multinazionale del settore, insieme alla gestione effettiva per un numero variabile di anni nei diversi Comuni. La trattativa, se andrà in porto, dovrebbe concludersi entro pochi giorni. Per i lavoratori e i cittadini sarebbe un cambiamento molto sensibile: mentre finora con il coordinamento tecnico di FCR il modello di servizio era quello delle comunali emiliane recentemente celebrato anche da Report, se arrivasse davvero Admenta sarebbe un cambiamento drastico da molti punti di vista. Oltretutto dal punto di vista contrattuale l’ipotesi dell’arrivo di Admenta crea fondatissimi timori riguardo al mantenimento degli accordi in essere, se si guarda allo stato dei rapporti sindacali nella maggior parte delle aziende che già gestisce.
Fanno quindi bene lavoratori e sindacati a mobilitarsi preventivamente chiedendo ora garanzie ai Comuni (che rimangono comunque i titolari delle farmacie) riguardo al mantenimento del contratto di servizio, dei livelli occupazionali e degli accordi (leggi su Rifday cliccando qui).
Su Genova abbiamo già raccontato di come il Sindaco Bucci (eletto col centrodestra) abbia portato avanti con determinazione il programma di dismissione delle farmacie comunali genovesi, e che solo una trattativa sindacale lunga e difficile sostenuta dalla mobilitazione dei lavoratori (che hanno partecipato a vari scioperi e manifestazioni di dissenso dentro al Consiglio Comunale) aveva portato all’inserimento di elementi di tutela occupazionale dei lavoratori coinvolti nella delibera definitivamente approvata dal Consiglio. L’ ultima notizia (leggi qui su Rifday) è che il 14 febbraio incontrando nuovamente i sindacati l’ Amministrazione comunale ha dichiarato che la parte della delibera dell’11 dicembre che garantiva i livelli occupazionali non può essere applicata perchè è stata cassata dal parere negativo dell’Avvocatura. Esprimendo indignazione per questa notizia, i lavoratori con le organizzazioni sindacali si riservano ogni azione legale o di protesta a tutela dei propri diritti.
Rimane sullo sfondo intanto anche la situazione di Farmacap, le farmacie di Roma Capitale, che non hanno più neanche un Commissario dopo le dimissioni dell’avvocato Stefanori e una delibera approvata con un blitz durante le feste di Natale. Numerose mobilitazioni dei lavoratori negli ultimi mesi avevano chiesto un nuovo piano industriale e la fine del commissariamento per il rilancio dell’azienda pubblica, ma pare che l’amministrazione capitolina abbia preso un’altra direzione. La protesta delle organizzazioni sindacali continua.
In questo panorama Assofarm, l’associazione datoriale delle farmacie municipalizzate o ex municipalizzate, ha ritenuto opportuno rassicurare sulla tenuta del sistema (leggi qui) e anche il recente accordo con ANCI (qui su Farmacista33) sembra andare in direzione di un consolidamento delle realtà positive esistenti.
Intanto però nelle singole aziende interessate da questi cambiamenti, tra l’altro tutte ampiamente sindacalizzate, c’è molta preoccupazione e la volontà di fare il possibile per evitare modifiche in pejus del lavoro e del servizio ai cittadini. La lotta spesso paga. Solidarietà ai delegati e ai lavoratori in lotta per condizioni contrattuali dignitose e per continuare a fare servizio pubblico.
#siamodovesei #farmacistiorganizziamoci
Tag: 2019, comunali, farmacie, lavoratori, lotta, sindacati, vendita
3 commenti
Le farmacie comunali venivano aperte dai comuni nelle zone dove era necessario il servizio ma poco conveniente per un privato, o comunque con un intento di servizio sanitario e sociale superiore all’idea di trarne profitto spremendo i clienti fino all’ultima vendita complementare … se le dai da gestire a una multinazionale per forza si snatura il modello!!! I cittadini vedranno la differenza! E anche chi ci lavora dentro. I colleghi di Bologna non sembrano per niente contenti!
Estremamente deleterie, per il servizio
Al cittadino oltre che per i lavoratori, queste acquisizioni di quote di farmacie comunali da parte di multinazionali
Il cui unico scopo è estrarre risorse
Per cui necessariamente la quantità fa’ premio sulla qualità .
Le farmacie Comunali furono create perché si penso’ che una gestione pubblica accanto ad una privata potesse arricchire la funzione sella farmacia .
Noi lavoratori di Modena pensiamo che questa opportunità sia ancora attuale .
Credo che sia preoccupante assistere a questo cambiamento incontrollato del sistema farmacie nel nostro paese. Senza ricordare che è un sistema funzionale, l’avvento delle multinazionali rischia di stravolgere il sistema e soprattutto i rapporti contrattuali già duramente provati.
Il cambiamento va gestito sempre nell’ottica di un servizio più efficace per il paziente e le farmacie comunali potrebbero essere strategiche per concertare il servizio tra stato e enti locali nell’ottica di una riforma di un sistema sempre più essenziale nel prossimo futuro