farmacie comunali no a dismissioni
05 Novembre 2017

Farmacie comunali, dismissioni danno per la comunità

Ancora una volta sulle farmacie comunali si sente parlare di ipotesi di dismissioni cioè di vendita a capitali privati , tra irrigidimenti gestionali dovuti alla  legge Madia e populismi ricorrenti e facili sulle municipalizzate che costano e non danno servizi, mentre la legge sulla concorrenza sembra supportare la nascita di catene di farmacie  gestite da catene di distribuzione commerciale.

Le farmacie comunali sono una realtà importante dal punto di vista dei servizi ai cittadini sul territorio, e nella maggior parte dei casi versano sostanziose quote di utile ai Comuni, fanno buona occupazione e buone politiche di servizio sanitario.  Non c’è nessun automatismo che costringa a pensare alla dismissione, che è sempre una scelta politica. Sta ai Comuni infatti , anche secondo il testo della legge Madia, valutare quanto una società partecipata sia strategica per le finalità sociali del Comune.

La dismissione delle farmacie comunali rappresenterebbe un pesante danno per la comunità “ ; la Filcams CGIL ha avuto recentemente occasione di ribadire questa posizione ad esempio a proposito del futuro delle farmacie comunali ternane  (leggi qui, da Umbriadomani.it) , ma la stessa discussione è in atto in altri territori.

A questo proposito ci fa ben sperare leggere nei comunicati stampa (vedi) e nell’ ultimo notiziario Assofarm la relazione del Presidente Gizzi sull’ipotesi di creare una rete effettiva delle circa mille farmacie pubbliche italiane, per rimuovere l’ipotesi di arrendersi all’arrivo delle “farmacie dei capitali” incrementando invece i servizi e il rapporto con il territorio, mantenendo le caratteristiche di “farmacie sociali” . E’ giusto insistere sull’ “alleanza etica” per cui ogni euro speso in una farmacia comunale dai cittadini genera risorse a sostegno dell’ente locale.

Nello stesso notiziario Assofarm è riportato come esempio allarmante di deriva oligopolistica della distribuzione territoriale del farmaco il caso della Lituania,  dove con una liberalizzazione senza sufficienti vincoli anticartello le farmacie indipendenti sono rimaste circa il 10% e le altre sono gestite da tre catene commerciali, senza che questo abbia rappresentato un vantaggio per i cittadini né dal punto di vista economico come risparmio sui prezzi né dal punto di vista sanitario , con un peggioramento degli indici di salute.

Tra scadenze di revisione delle partecipazioni degli enti locali e irrigidimenti amministrativi e gestionali dati della legge Madia , è importante che le scelte politiche tengano conto delle realtà territoriali specifiche e del valore per i cittadini che le farmacie comunali rappresentano. La Filcams è a fianco dei suoi delegati tra i lavoratori delle farmacie per difendere le loro condizioni di lavoro,  e la titolarità pubblica delle farmacie comunali come patrimonio di tutti i cittadini.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *