26 Novembre 2020

E’ il turno delle farmacie

Ieri è stata inviata unitariamente da Filcams CGIL,  Fisascat Cisl e UILtucs la lettera ai Ministri della Salute e del Lavoro, con richiesta d’incontro, sullo stallo dei rinnovi contrattuali delle farmacie.

Qui il link all’articolo che ne dà notizia oggi sul sito della CGIL Collettiva.it

I lavoratori dipendenti di questo settore e i sindacati che li rappresentano chiedono un segnale d’attenzione alle condizioni contrattuali e di sicurezza in cui abbiamo svolto e stiamo svolgendo tutto il lavoro così importante di questi mesi complicati, in cui le farmacie e chi ci lavora dentro hanno avuto un ruolo chiave nella tenuta della sanità territoriale e dell’assistenza ai cittadini, con un carico di lavoro enorme e contratti di lavoro inadeguati anche perchè non rinnovati da troppi anni.

Qui la lettera inviata oggi ai Ministri della Salute Roberto Speranza e alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo

Qui il link al comunicato stampa della Filcams CGIL

 

 

 

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19 commenti

  • Michele says:

    (in risposta al commento di Alessandro del 01/02/2021 ore 13:40):
    – Caro Alessandro, di osservazioni come la tua, circa la scarsa combattività come causa principale della nostra situazione se ne sentono tante.
    Poi però si devono fare sempre i conti con la quotidianità oggettiva di ogni singola situazione.
    Ad esempio tu, sei dipendente di farmacia privata? La vostra titolarità in capo a chi è, titolare vecchio stampo, società? Piccola o grande? Quanti dipendenti siete? Come vanno le cose? Ferie, permessi, flessibilità, magazzinieri al banco, etici dispensati senza prescrizione, nbp, privacy, tutto a posto? E come mai è tutto a posto? Siete un’isola felice oppure non lo eravate ma lo siete diventati/lo state diventando grazie al tuo spirito combattivo? Sei stato fortunato o sei stato eroico nel riuscire a far cambiare le cose? Nel secondo caso ti faccio i miei complimenti e ti chiedo come ci sei riuscito? Scioperi o cosa altro?

    Per quanto riguarda “il capolavoro culturale” invece io la penso così: non è il mio titolare che mi paga lo stipendio. Non mi da una sorta di paghetta se sono stato bravo quel mese. Chi mi paga lo stipendio sono
    1) i nostri clienti che acquistano “aspirine”, creme e biberon e
    2) le ASL alle quali mando qualche fustella ogni mese.
    Siii, lo so che c’è il piccolo particolare dell’intermediazione del conto in banca della farmacia, prima che i soldini arrivino a me. Ed è proprio questo il punto sul quale volevo porre inizialmente la questione, prima che come al solito su questo blog finissimo a dibattere senza costrutto: il punto “nuovo” sul quale iniziare ad esplorare nuove strade d’azione è la creazione di un cortocircuito stato-farmacistaDipendente.
    Una qualche forma di contribuzione diretta non sarebbe una resa delle armi nei confronti di federfarma.
    Anzi ciò aprirebbe una breccia importante e inizierebbe a minare la ricattabilità del dipendente da parte della titolarità.
    So benissimo che si aprirebbero grossi interrogativi normativi e scogli burocratici, ma è pur sempre una via alternativa verso la quale provare a dirigersi. Il precedente c’è.
    Ma ancora non avete risposto: difficoltà realizzativa a parte, sareste favorevoli si, no e perché?

    • Andrea says:

      Scusa Michele, ma mi pare che Alessandro abbia ragione. MI spiego: i titolari hanno dei vantaggi vergognosi da decenni, un figlio di titolare che ipoteticamente si laurea a 38 anni diventa il capo di un dipendente che magari si è laureato a 25 anni in CTF con 110 e lode semplicemente perché è il figlio del padrone. Il dipendente, anche se è stato molto più bravo e ha un’esperienza molto maggiore non potrà aprirsi una farmacia e dovrà stare dove è, con lo stipendio ridicolo che ha perché NON E’ IL FIGLIO DEL PADRONE. Il fatto di non avere alternative fa sì che lo stipendio resti bloccato, e che i titolari di farmacia siano fra i professionisti più ricchi e i dipendenti fra i laureati più poveri. Data questa situazione, sono i titolari che devono pagare i dipendenti. Compito dello Stato sarebbe invece mettere a concorso le farmacie quando un titolare muore, in modo che le farmacie fossero gestite secondo un criterio meritocratico.

      • Michele says:

        “….Data questa situazione, sono i titolari che devono pagare i dipendenti.”
        E i titolari, Andrea, da dove li ricavano i soldi con i quali dovrebbero pagare adeguatamente i dipendenti? Forse ritieni che che una parafarmacia con libertà di vendita della fascia C farebbe gli stessi fatturati di una farmacia? Immagino risponderai di no, e il motivo quale pensi possa essere? Esatto, la convenzione con lo stato. Che garantisce flussi di cassa diretti e indiretti.
        Parte dello stipendio del dipendente è già ORA pagata con soldi statali. Forse non ce ne rendiamo abbastanza conto perché è un processo indiretto.
        Allora l’idea è semplicemente (si fa per dire) quella di bypassare almeno parzialmente questa “incombenza” dei nostri indaffarati padroncini.
        Quindi domando ancora: Oltre alla già contemplata difficoltà di realizzazione, quali sono gli altri motivi per essere contrari ad un’integrazione del nostro stipendio garantito in parte dallo stato in maniera diretta?

        • Andrea says:

          Quindi, scusa, i soldi in più che hanno fatto i titolari a fine febbraio 2020, marzo e aprile se li tengono i titolari, così come i soldi in più degli aumenti dei prezzi di tantissimi farmaci ad inizio 2021 (si sa che ogni due anni i prezzi aumentano, e infatti aumentano, invece i contratti, che dovrebbero aumentare pure loro ogni due anni, quelli restano fermi). Però l’adeguamento dei contratti lo deve pagare lo Stato. Dunque stai dicendo che i ricavi in più vanno al padrone, le spese le fa lo Stato. Bravo, bravissimo, complimenti.

          • Michele says:

            “Dunque stai dicendo che i ricavi in più vanno al padrone, le spese le fa lo Stato”
            Se questa è la tua capacità di comprensione di un testo, i vivissimi commenti li meriti tu.
            Se vuoi rispondere nel merito possiamo continuare il confronto, altrimenti meglio sorvolare.

  • Michele says:

    È stato firmato il rinnovo del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori non medici della sanità privata.
    Dopo 14 anni di attesa, 100mila lavoratori avranno più garanzie e più diritti.
    Il rinnovo del contratto è stato sottoscritto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl con le associazioni Aris e Aiop.
    L’incremento medio mensile è pari a 154 euro. Ma non saranno le associazioni datoriali a mettere mano al portafoglio.
    Il differenziale rispetto alla sanità pubblica sarà infatti colmato con i contributi delle regioni e dello Stato che si faranno carico per il 50% dell’aspetto economico del rinnovo.

    È chiaro?

    Perché noi farmacisti dipendenti non potremmo chiedere e ottenere altrettanto? Perché i nostri Datori non dovrebbero appoggiare questa soluzione, adottata per i dipendenti della sanità privata?

    • redazioneblog says:

      Ci è chiarissimo, Michele, in CGIL siamo un sindacato confederale quindi sappiamo cosa succede nelle altre categorie e ci si confronta anche sulle politiche contrattuali generali e specifiche. Ti sei perso un paio di particolari, o non ti piace ricordarli qui perchè non funzionali alla tua tesi che sia facile ottenere quello che ti sembra l’uovo di Colombo: i 13 anni di non rinnovo di quel contratto, i 3 scioperi molto partecipati fatti solo nel corso dell’anno 2020 (e quelli degli anni precedenti), una preintesa sul rinnovo che ARIS e AIOP poi non volevano applicare pur avendola firmata, l’intervento del ministero è posteriore a tutto questo. Federfarma dà disponibilità sulla retribuzione tabellare inferiori anche al 50% di quei 154 euro e chiede cose che rendono impraticabile alcuna preintesa…. tu da dove proponi di cominciare?

      • Michele says:

        Mi ero ripromesso di non scrivere più su questo blog in quanto trovo distruttivo, anziché costruttivo, il vostro modo di rispondere a tutti i commenti.
        Invece ho scritto di nuovo, riportando, per chi l’avesse persa, la notizia del rinnovo del CCNL dei dipendenti non medici della sanità privata.
        Una notizia molto interessante secondo me. E secondo voi?

        Nel commento, ponevo la domanda: “E’ chiaro?”,
        la quale domanda, mi tocca dunque spiegare, non era provocatoriamente rivolta ai rappresentanti del sindacato, ma genuinamente a tutti i miei colleghi lettori del blog.

        Ora spiegato io a voi questo, chiedo invece a chi mi ha risposto di spiegare a me da dove abbia dedotto il concetto espresso dalla frase: “la tua tesi che sia facile ottenere quello che ti sembra l’uovo di Colombo”. Grazie.

        Ribadisco che trovo non costruttivo il modo di condurre il dialogo che cerca di svilupparsi in questo blog, e devo ammettere che talvolta mi soffermo a cercare di comprendere i motivi.

        • redazioneblog says:

          Michele perchè trovi distruttivo che si racconti la versione completa di un fatto che hai tirato in ballo tu come esempio da seguire per risolvere lo stallo della trattativa di rinnovo contrattuale delle farmacie? Comunque la domanda rimane: da dove proporresti di cominciare per portare Federfarma e le Regioni a un rinnovo di quel tipo? Una proposta del genere, sostenuta da un gruppo di giovani colleghi, l’abbiamo sentita commentare da Cossolo a Farmacistapiù come “sarebbe una bella idea ma non si può fare”. Però magari se tu hai un’idea anche di come mobilitare tanti colleghi in una serie di scioperi, magari Federfarma si convince come alla fine si sono convinti ARIS e AIOP dopo 13 anni per il rinnovo del contratto della sanità privata.

          • Michele says:

            Ho sempre scritto e detto qui e altrove che lo sciopero (quello vero: altamente partecipato e facilmente reiterabile) non è alla nostra portata.
            È un’utopia da non prendere nemmeno più in considerazione.
            Impossibile o comunque ininfluente, come potrebbe esserlo quello di tante altre categorie che condividono la nostra stessa impostazione aziendale media:
            azienda piccolissima, spesso addirittura
            a conduzione familiare, in un panorama generale di microframmentazione e scarsa sindacalizzazione, e senza nemmeno la sponda di una Giustizia Del Lavoro degna di questo nome
            (-> controllo, indagine, sentenza, sanzione se del caso).

            Chiedete voi a me da dove iniziare?
            Sono io che chiedo a voi:
            1) se lo riterreste quantomeno auspicabile
            2) in caso affermativo, quanto le parole di Cossolo in merito vi demoralizzino.

          • redazioneblog says:

            Michele, a chi viene qui a proporre idee alternative a quello che è il difficile confronto con Federfarma al tavolo contrattuale chiediamo di indicare anche un percorso praticabile di realizzazione, perchè un’idea senza percorso organizzativo è un’utopia. Quelle cose sulla praticabilità dello sciopero le sappiamo bene, quindi ti chiediamo, come penseresti di arrivarci all’obiettivo? Se hai un’idea di percorso, poi ci si potrà confrontare su obiettivo e percorso.

          • Alessandro says:

            Eh se stiamo sempre là, carissimo Michele … e lo sciopero no, e esercitare qualunque forma di conflitto visibile coi titolari no, e i sindacati no … e quel maledetto magazziniere al banco il titolare ce lo fa stare e l’ASL non dice niente (e voi neanche), e il collega giovane fa pratica gratuita dopo la laurea lavorando in nero, gli ispettorati del lavoro dovrebbero fare i controlli spontanei (ma nessuno vede, nessuno segnala)… e quando ce lo rinnoveranno mai il contratto!
            Se l’idea più nuova che hai è che l’aumento di stipendio ce lo debba pagare qualcun altro tipo le regioni, siamo arrivati al capolavoro culturale di Federfarma sui dipendenti. Questi poveri titolari hanno bisogno del nostro aiuto sempre gratis!!!

  • Andrea says:

    Secondo la circolare di ieri, pare che adesso possiamo fare il test sierologico. Questo ovviamente per valorizzare il nostro ruolo ed allinearlo a quello degli altri paesi europei. Dove però lo stipendio è molto più alto del nostro. Il nostro contratto resta ridicolo e fermo da 10 anni. Quello che viene intascato facendo il sierologico va al titolare, il rischio va al dipendente. E Cossolo continua a bloccare tutto, insistendo che sono in crisi. D’altra parte basta vedere cosa prende un titolare di una farmacia media e confrontarlo con quello che prende un dipendente medio, che non potrà mai aprirsi la sua farmacia, e si capisce subito chi è in crisi. Quando dobbiamo erogare nuove prestazioni siamo degli importanti professionisti sanitari, quando ci devono pagare siamo dei commessi.

  • Luca says:

    Ho smesso da un anno di leggere questo blog. Nel mentre ho cambiato lavoro . Dopo un anno speravo fosse cambiato qualcosa e invece nulla. Siamo sempre qui ad elemosinare soldi. Che schifo e che paese del cavolo

  • Luigi Alberto Galardi says:

    Direi che la richiesta d’incontro non ha avuto seguito.

  • cittadino italiano fruitore del servizio farmacie. mauro says:

    non basta la lettera ai ministri occorre mobilitare il personale dichiarandolo in stato di agitazione e di prepararlo allo sciopero.E’ inaudito che dopo 8 anni non si rinnova un contratto in un settore gia’ tanto delicato ma aggravato dal recente coronavirus. Fino ad adesso che si è fatto ?

    • redazioneblog says:

      Che dopo quasi 8 anni dalla scadenza del contratto questa situazione sia inaudita siamo d’accordo, sfondi una porta aperta.
      Fino ad adesso, dalla fine del 2017, si è fatta una trattativa di rinnovo difficile, Mauro, difficile per tanti motivi di contesto e per alcuni motivi sostanziali legati all’atteggiamento che tiene Federfarma, il sindacato dei titolari di farmacia, nel tavolo di contrattazione con noi sindacati di quelli che in farmacia ci lavorano (motivi sostanziali davvero, sulla direzione di questo rinnovo, che noi chiediamo acquisitiva di retribuzione e diritti, e loro continuano a proporre restitutiva di entrambi)
      Ma tu (che molto probabilmente non sei un cittadino ma un collega, per noi puoi scegliere di chiamarti anche Topolino quando commenti qui, ma…) tu sul serio pensi che i collaboratori di farmacia privata, che nella storia non hanno MAI aderito in percentuali significative a uno sciopero per il contratto (vedasi l’ultimo proclamato il 6 maggio 2016, contratto scaduto da 3 anni, Federfarma latitante dai tavoli, collaboratori ugualmente latitanti dalle piazze) aderiscano tutti a uno sciopero ORA durante la pandemia, mentre sono un servizio così essenziale per i cittadini? Non è facile scioperare quando lavori ogni giorno a fianco del tuo titolare, tanti colleghi hanno molte riserve su questo. I farmacisti delle farmacie comunali scioperano più serenamente perchè lavorano in aziende più grandi, non a conduzione familiare, ma comunque non ritengono sia il caso di proclamare scioperi in questa situazione. Anche per un sindacato poi, dal punto di vista di prendersi la responsabilità di dichiarare uno sciopero adesso, non sarebbe mica semplice. I cittadini non capirebbero. Non è il momento di interrompere il servizio, se davvero vogliamo ragionare come i professionisti sanitari che tanto predichiamo giustamente di essere.
      Si cerca visibilità per il nostro problema in altri modi, sulle difficoltà del nostro rinnovo contrattuale, compreso chiedere questo incontro ai Ministeri competenti, ma lo sciopero secondo noi non è il più adatto nè al settore nè al momento. I colleghi iscritti e quelli che nei diversi contesti partecipano alle nostre iniziative ci chiedono questo. Tu sei un collega? Sei iscritto alla CGIL? Hai partecipato alla discussione da qualche parte (coordinamenti, assemblee etc)?

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