Cronache dalla trattativa Federfarma – episodio 3
Oggi a Roma si è tenuto il terzo incontro della trattativa di rinnovo del contratto di lavoro delle farmacie private, l’ultimo della fase esplorativa.
Federfarma ha ribadito l’esigenza di una maggior flessibilità dell’articolazione degli orari dei lavoratori, stante la liberalizzazione dei regimi di apertura. Il tema è stato ulteriormente approfondito nel confronto con le Organizzazioni Sindacali confederali, ma riguardo ai dati di utilizzo dello strumento vigente (l’orario multiperiodale flessibile per sedici settimane l’anno)l’associazione datoriale non ha fornito i dati di utilizzo precedentemente chiesti dalle OO.SS. , ma la valutazione complessiva dell’insufficienza dello strumento, che non dà secondo loro risposte complete alle necessità discontinue del servizio.
La delegazione datoriale ha anche preso in esame le esigenze diverse che potrebbe avere in proposito una farmacia rurale con un numero esiguo di collaboratori rispetto a una farmacia urbana con numeri più consistenti, ma comunque l’articolato contrattuale dovrebbe comprendere tutte le realtà che sono all’interno del perimetro.
Le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno sottolineato che l’applicazione di una buona flessibilità comunque necessita di una programmazione periodica, per tutelare la conciliazione vita/lavoro di coloro ai quali viene applicata, e specialmente in un settore come la farmacia, dove l’occupazione femminile è nettamente prevalente.
Federfarma ha nuovamente manifestato anche la necessità di strumenti contrattuali per gestire le collaborazioni discontinue all’interno del contratto nazionale, ma questo tema non è stato approfondito nell’incontro odierno.
Per un confronto complessivo sugli argomenti affrontati, l’appuntamento è per giovedì prossimo 1 febbraio.
Nel frattempo per il 29 gennaio la Filcams CGIL ha già convocato il proprio coordinamento dei delegati e delle strutture per la necessaria condivisione di quanto emerso negli incontri.
Tag: Federfarma, flessibilità, terzo incontro, trattativa
27 commenti
20 anni di lavoro,faccio di tutto…apertura chiusura banco preparazioni cosmetico consigli pressione esami ordini vetrine sistemare spuntare sorridere sorridere sorridere..a tutti!l’unica mia soddisfazione sono i colleghi e i clienti che riconoscono la mia professionalita’.dovremmo ringraziare i titolari che ci danno l’opportunita’ di svolgere il nostro lavoro.!!!!!e dovremmo ringraziarli per aver deciso di darci uno stipendio cosi ridicolo.
Cercherò di essere chiaro e puntuale nella mia esposizione. Lavoro come farmacista collaboratore da 17 anni per cui ritengo di aver maturato sufficiente esperienza per affermare quanto segue..quello che desideriamo io ed i miei colleghi è un riconoscimento della nostra professionalità e del nostro impegno,profusi quotidianamente per nostri pari studio,che alla fine della giornata di lavoro non ti gratificano neppure con un semplice grazie….tutto è dato per scontato..del camice nuovo e della cena di lavoro a fine anno non mi interessa nulla se poi dopo un mese di lavoro e più di venti ore di straordinario non arrivo neppure a quei 2000 euro che il mio collega belga perpepisce come stipendio di ingresso. Siamo laureati in camice bianco remunerati in proporzione come banconisti qualunque..nel lontano 1988 pagavo un’ora di ripetizione di greco l’equivalente di 15 euro attuali…provate a riflettere.
Proviamo a riflettere insieme, Alessandro, perché si lavora tutti in farmacia. L’analisi è importante, per costruire le proposte. Secondo te da cosa dipende questa situazione sia di insufficiente rispetto professionale che insufficiente riconoscimento economico? Come potremmo, altrettanto insieme, organizzarci per cambiarla?
Ciao Alessandro. Non avró la tua anzianità di servizio ma dopo soli 5 anni sono d’accordo con te in tutto e per tutto. Ho un master in marketing e partecipo spesso a corsi di fitoterapia, oltre alla normale formazione, ed io mi chiedo: perchè essere sempre impeccabili!?! Io nutro un profondo senso di deontologia e vorrei tanto che oltre ad una pacca sulla spalla ci fosse meritocrazia. Corsi bonus, stipendi adeguati. La mia ragazza fa la commessa nel vestiario, e praticamente guadagna come me /noi. Vista la responsabilità che quotidianamente abbiamo e vista la forte dedizione che alcuni colleghi hanno (e per fortuna) per il nostro IMPORTANTE servizio, è possibile??
Un’altra problematica della farmacia moderna è formazione: siamo dei professionisti che per consigliare e avere il ruolo di professionisti della salute dobbiamo aggiornarci in modo adeguato. Gli ECM per come sono regolamentati e svolti non garantiscono una formazione professionale che esula da cosa è stato imparato durante ill solo corso di laurea: ormai le conoscenze farmaceutiche sono andate ben oltre con anticorpi monoclonali, terapie geniche, target terapy e progressi nell’immunologia, infettivologia ed oncologia. I nuovi farmaci di uso comune (pensiamo anche ai soli nuovi anticoagulanti orali che vengono ordinati centinaia in un mese presso le farmacie territoriali) con meccanismi d’azione nuovi esulano dalle conoscenze del farmacista medio che non è “incitato” e in un certo senso “obbligato” a formarsi per il ruolo che viene ricoperto. Questo perchè probabilmente richiedere professionalità in un contratto commercio è una questione alquanto ambigua e che andrebbe remunerata e regolamentata in modo dispendiosa dai titolari a cui interessa vendere anche a discapito della professionalità. Professionalità che è andata perdendosi proprio per questo e molti farmaci vengono distribuiti in ospedale tramite distribuzione diretta da personale maggiormente preparato e creando una “perdita” economica alle farmacie territoriali non gestendo farmaci innovativi e per questo maggiormente remunerativi. Ma federfarma pensa solo alla lotta al collaboratore e a risparmiare sul lavoro, non come creare maggiori introiti per la farmacia. Lo stesso accordo DPC prevede la dispensazione di alcuni farmaci innovativi per conto delle asl o ospedali, farmaci di cui il collaboratore medio non conosce assolutamente nulla per la scarsa preparazione derivante solo da un corso di laurea di 5 anni e per questo non è in grado di consigliare persone anziane che, al giorno d’oggi, abitualmente assumono terapie innovative in ospedali o tramite DPC, non conosce interazioni con quei farmaci venendo meno il consiglio e l’assistenza sanitaria al cliente/paziente. Penso che sia adeguato riconoscere che i collaboratori non sono tutti uguali e chi ha specializzazioni, master e altro certificato dovrebbe valere e valorizzato di più nell’epoca in cui viviamo!
Riguardo alla formazione, anche secondo noi c’è bisogno di garantire per tutto il personale della farmacia il diritto alla formazione continua, finanziata dai fondi interprofessionali. Ma per finanziare la formazione c’è bisogno di tenere rapporti sindacali, che invece Federfarma ha evitato per anni, fino alle ultime elezioni della loro rappresentanza. Non è un caso se la trattativa di rinnovo è in atto dopo cinque anni dalla scadenza del contratto. Comunque almeno qui sfatiamo un mito : i farmacisti NON HANNO IL CONTRATTO DEL COMMERCIO, hanno i contratti delle farmacie (Federfarma o Assofarm). I contratti delle farmacie però fanno parte dei contratti del terziario e non potrebbe essere altrimenti.
Se proprio dobbiamo sfatare il mito dobbiamo dire tutto. “non potrebbe essere altrimenti” non si capisce perchè in quanto esiste un contratto di sanità privata (quello delle cliniche private) che può essere benissimo applicato alle farmacie (ma forse non è gestito dalla CGIL e forse per questo non può essere altrimenti…) essendo un lavoro soprattutto sanitario se vogliamo aumentare la professionalità (oltre anche al ruolo commerciale che è sempre messo prima di tutto). Poi nell’ambito del terziario si è penalizzati perchè avere un contratto commercio e inquadramento II livello (perchè III livello è il macellaio che ha proprietà manuali e il farmacista avendo anche proprietà intellettive dovrebbe stare almeno al II livello) è sicuramente migliorativo in termini di paga e di carriera (ci sono altri due livelli sopra). Il contratto farmacista ci inquadra già al livello massimo con una paga leggermente superiore a un III livello commercio e nessuna possibilità di carriera…adesso il mito è sfatato ovvero rimangono i perchè del non contratto sanitario privato e del non inquadramento del semplice commercio che è migliorativo rispetto al contratto federfarma che, interessando una categoria ristretta di persone, rimane arretrato, senza rinnovi e con molto poco interesse nell’aggiornarlo a uno stile di vita degno del 2018.
Certo che la CGIL tratta anche il contratto del settore della sanità privata, Francesco. E’ un sindacato confederale, le sue categorie rappresentano e contrattano per i lavoratori di tutti i settori. Nel discorso che fai ti sfugge il vero dato fondamentale che sono i datori di lavoro a determinare il perimetro di un contratto, costituendo un’associazione datoriale. Nel nostro caso è Federfarma, non Confcommercio né l’ Aiop (quella delle cliniche private).
Peraltro il contratto Aiop non viene rinnovato da dieci anni. E i farmacisti delle parafarmacie e dei corner GDO a cui viene applicato il contratto Confcommercio non ne sembrano soddisfatti. Se vuoi fare un discorso complesso facciamolo, ma complesso non vuol dire confuso. Siamo d’accordo sul fatto che la professionalità di chi lavora in farmacia andrebbe valorizzata meglio , ma sui percorsi ci piace la chiarezza degli obiettivi e la praticabilità degli strumenti.
I farmacisti delle farmacie e gdo non sono soddisfatti perchè la figura del farmacista nel contratto commercio non è ben definita perchè dovrebbe essere un secondo livello per quanto detto prima e invece, approfittando della confusione e poca chiarezza sul livello del farmacista, i colleghi vengono collocati al terzo livello (quello del macellaio). Speriamo che con l’arrivo del capitale la figura del farmacista, grazie anche ai sindacati confederali (almeno lo spero sempre), venga affermata al II livello e venga chiaramente esplicitato nel contratto così che a lavorare con federfarma rimangono solo i titolari e tutti noi collaboratori cerchiamo di entrare in supermercati e grandi magazzini screditando ulteriormente una professionalità che a federfarma comunque non interessa e tanto vale cercare un contratto con un salario migliore. Se l’associazione datoriale limita un contratto speriamo proprio che il capitale scardina una casta che davvero sta portando alla rovina la professione del farmacista (a cui appartengono anche loro titolari) screditandolo con un contratto sempre più ridicolo e di cui a farne le spese siamo noi collaboratori e loro stessi.
PS: Aiop non è rinnovato da 10 anni ma magari lo avessimo noi quel contratto anche non rinnovato. In termini economici non è molto più vantaggioso ma come è scritto sembra comunque molto più dignitoso e professionale.
Fare una battaglia sull’inquadramento dei farmacisti dei corner GDO e delle parafarmacie (che applicano comunque il contratto del commercio) potrebbe avere senso, ma la recente riforma normativa che consente l’ingresso dei capitali nella titolarità delle farmacie non vuole mica dire che quelle farmacie diventeranno supermercati né che applicheranno il contratto del commercio come i corner. Saranno catene di farmacie, ed è più probabile che sia la rappresentanza dei capitali non professionali che le gestiranno a entrare in Federfarma. Che sia la salvezza della professionalità del farmacista conserviamo dubbi consistenti , ma sarà più facile fare sindacato in un ‘azienda di trecento persone o tremila piuttosto che di tre.
Da questo volantino della CGIL-FP invece pare che a quelli a cui viene applicato non sembri proprio come sembra a te nella visione teorica.
Nel rinnovo del contratto Aiop (che manca da 10 anni) le richieste dei lavoratori sono molto simili alle nostre
Buonasera, sono un farmacista collaboratore da 10 anni e fino ad ora ho lavorato in due farmacie. La prima con orario spezzato fisso e sabati/domeniche solo quando capita il turno e quella attuale H24. Reputo molto importante regolamentare l’orario perchè mentre nella prima l’orario era fisso, in quella H24 i turni vengono fatti a piacimento del titolare e conoscono pochi giorni prima e addirittura se nel mese non vengono raggiunte le 173 ore del full time la commercialista conta le ore di assenza e scala i soldi!! ASSURDO!! Ma se io firmo un full time e le ore non mi vengono fatte fare mica è colpa mia? Al mio matrimonio ho firmato per 70 persone e poi eravamo 60: col cavolo il ristoratore mi ha scalato le 10…il contratto è quello, io non vengo meno, so all’ultimo quando lavorare e mi vengono pure scalati i soldi se non raggiungo le ore! Assolutamente da regolamentare orario, programmazione e paga!!! Sono andato via dalla prima farmacia perchè l’orario spezzato è tremendo, ma l’H24 non regolamentato può essere anche peggio come vita e anche economicamente poco chiaro.
Poi volevo far notare che il contratto è scaduto da parecchi anni, davvero tanti, non si tratta di pochi mesi o qualche anno e può essere successo di tutto di più in 5 anni: pensioni, litigi, più cambi azienda…mi raccomando a come viene formulata l’indennità di vacanza contrattuale che non sia a vantaggio di un titolare che ha pagato per anni una cifra fuori contratto e ora si rischia che un dipendente se ha cambiato azienda non vede più gli arretrati che ha aspettato per anni ma che non sono mai arrivati..non possono pagare sempre i dipendenti e protrarre i rinnovi nella speranza di licenziare, far cambiare e interrompere i rapporti di lavoro per non corrispondere l’una tantum di anni di lavoro sottopagato…non so se mi spiego…Grazie Francesco
Ciao Francesco, quello che ci racconti sulla gestione dell’orario nelle buste paga non è solo assurdo , è anche fuori da ogni regola, per quello te lo fanno sembrare poco chiaro. Se vuoi far dare un’occhiata alle tue buste paga vai nell’area contatti e dicci in quale provincia lavori, ti diciamo noi dove andare, se non sai dov’è la sede CGIL più vicina. Hai cinque anni per richiedere la mancata retribuzione, quando vorrai. Essere informati e consapevoli dei propri diritti quanto dei propri doveri è sempre importante.
Vorrei quindi capire una cosa . Una persona che si licenzia o viene licenziata durante il periodo di contrattazione ha diritto a chiedere al suo ex ormai datore di lavoro gli arretrati del mancato rinnovo?
Un rinnovo contrattuale riguarda sempre il personale in forza al momento della decorrenza.
Scusate ma in sostanza è per essere pratici,quando parlerete di aspetti economici che alla fine sono sempre i punti più dolenti e con maggiore aspettativa? Un buon aumento e una buona indennità di vacanza contrattuale. E in sostanza entro quanti mesi ,se si riuscirà a trovare un accordo, senza troppi scontri, si arriverà alla firma di questo benedetto contratto?
Giovedì prossimo 1 febbraio ci sarà il prossimo incontro, poi il percorso successivo della trattativa sarà più chiaro.
La parte normativa di un contratto comunque è una parte molto pratica, per esempio regola l’organizzazione del lavoro, cioè come si fanno gli orari e tanti altri aspetti molto concreti e che hanno un peso anche economico quindi in qualunque trattativa vengono discussi prima.
Noi continueremo a raccontare qui quello che succede al tavolo contrattuale passo per passo, come strumento di coinvolgimento attivo dei lavoratori iscritti e non iscritti alla Filcams, perchè comunque la consapevolezza delle situazioni è il primo passo per provare a migliorarle insieme.
Continua a seguirci qui e avremo presto occasione di riparlarne
Cara rosa non ci mobilitiamo perchè laureati e farmacisti in giro ce ne sono a migliaia….prova a scioperare un giorno in farmacia! il giorno dopo ti ritrovi a guardare scadenze per un mese!se non addirittura licenziato. Il titolare ne trova tranquillamente un altro senza nessun tipo di problema. ECCO PERCHè IL DIPENDENTE DI FARMACIA PRIVATA NON SCIOPERA, perchè fondamentalmente non serve ed è faCILMENTE rimpiazzabile con un altra persona. Il titolare guadagnerà cmq sempre bene!
Le forme di mobilitazione sindacale possono essere tante, lo sciopero è l’ultima ed estrema. Meno adatta al settore farmacie private che a quello dei gruppi di ex municipalizzate dove dice di lavorare Rosa, probabilmente su questo in parte hai ragione tu Luca, anche se ci piacerebbe approfondire il concetto che esprimi della presunta intercambiabilità del collaboratore: la professionalità ha un valore e ogni lavoratore una dignità. Ma la sua discussione non era iniziata sullo sciopero, parlava della partecipazione in senso più ampio. Partecipando, si possono decidere insieme forme di protesta diverse dallo sciopero, se e quando fosse necessario.
Mi piacerebbe tanto capire che tipo di forme di mobilitazione. T assicuro che di farmacisti dipendenti ne conosco tanti e nessuno si sognerebbe di fare ne scioperi ne mobilitazioni per paura di perdere il posto di lavoro. L unico sciopero che è stato fatto dai collaboratori di farmacia è stato 14 anni fa MA SOLO PER AIUTARE I NOSTRI ”AMICI” TITOLARI CHE CI PAGANO QUANTO UNA COLF ( MIA MADRE GUADAGNA DI PIù AVENDO LA TERZA MEDIA) E CI SFRUTTANO COSTRINGENDOCI A LAVORARE ANCHE I SABATI E LE DOMENICHE. Forse cari ragazzi non vi è chiara la situazione! Sono io che mi chiedo se qualcuno di voi lavora come DIPENDENTE DI FARMACIA , perchè da quello che si legge nei commenti sotto mi sa che qui si parla solo per sentito dire! In realtà il discorso è molto più ampio e dopo anni di COLLABORAZIONE ALL INTERNO DELLA FARMACIA mi sono reso conto che è la cultura del nostro paese che andrebbe cambiata e che IN ITALIA IL PIù BRAVO è SEMPLICEMENTE QUELLO PIù FORTUNATO CIOè QUELLO NATO NELLA CULLA GIUSTA e che è riuscito ad ereditare la farmacia!!!!!!!!!!!!!!!!
Di pagine su cui i farmacisti vanno a lamentarsi di non aver ereditato la farmacia ce ne sono già troppe, non è questo il contesto, Luca.
Facciamo sindacato per migliorare la nostra condizione collettiva e di quelli come noi, per veder riconosciuta e rispettata di più la nostra dignità professionale, non per sfogare frustrazioni.
Comunque proprio perché le farmacie le conosciamo bene da dentro qualche idea per coinvolgere attivamente gli altri collaboratori di farmacia nella discussione ce l’abbiamo … la vedrete presto qui!
Sono una dipendente ma sono una professionista e pretendo rispetto. Se mi mettono a fare le scadenze ci perdono loro, perchè al banco sono brava e i clienti si fidano di me. Lavoro in una comunale ma in una privata ci ho lavorato, e quell’atteggiamento di rassegnazione venata di invidia che esprimi è quello da cui sono scappata più ancora che dai titolari. La comunale in cui lavoro comunque non è più del comune e il socio privato che gestisce l’azienda è una multinazionale, credimi che non è tutto rose e fiori per noi, ma invece se arrivassero da voi , almeno uscireste da questo rapporto di subordinazione psicologica uno a uno che vi fa sentire così ingabbiati e senza speranza!!! Chi non risica non rosica. Provate ad alzare la testa ogni tanto!
Cara ROSA intanto rispondo a te : rassegnazione venata di invidia verso chi ? verso il titolare che ha ereditato la farmacia? no cara non mi può fregare di nulla ….la rassegnazione venata DI INVIDIA la ho verso tutti i dipendenti di farmacia degli altri stati europei( francia germania inghilterra) dove la professionalità e la bravura viene veramente premiata ! Ti sei mai chiesta del perchè siamo in 2 a parlare nel forum ?il 90 per cento degli iscritti all’ordine e che lavora in farmacie private la pensa come me te lo assicuro! Non alzano la testa per paura di essere mandati a casa!!!!LA PROFESSIONALITà IN FARMACIA NON ESISTE COME TE CARA ROSA CE NE SONO ALTRI 40000 !è per questo che veniamo pagati quanto una colf! in 10 anni il mio stipendio è aumentato di 20 euro e ti assicuro che nella farmacia dove lavoro non mi limito a stare al banco ( tariffo ricette , carico scarico stupe, analisi di ogni tipo, intolleranze…….etc etc etc ma lo stipendio è sempre lo stesso )
Quanto a redazione blog ammiro veramente tanto quello che fate e spero che un giorno tutto questo lavoro venga ripagato…. ahimè ad oggi la vedo veramente dura che anche solo il 10 per cento prenda parte a mobilitazioni !
A 33 anni con una famiglia , una laurea in ctf presa con tanti sacrifici mi trovo costretto a cercare lavoro in assicurazione , come agenti immobiliari che non avranno il camice bianco ma almeno, oltre a guadagnare in base alla propria bravura hanno anche del tempo per poter stare a casa con i figli. Non apro il capitolo TEMPO NELLE FARMACIE!!!!!!!! la professionalità nelle farmacie italiane non esiste e mi spiace che voi non lo abbiate ancora capito!!!!
Luca, invece ci interessa aprire il capitolo “tempo nelle farmacie”, visto che è un tema della trattativa. Comincia a raccontarcelo rispondendo al sondaggio!
Ogni trattativa di rinnovo del contratto fa storia a sé, ma se Isabella ha ragione nel parlare dell’urgenza dell’aspetto economico, è vero anche come dice Rosa che i contratti non piovono dal cielo e per ottenere un buon rinnovo spesso nel corso della trattativa i lavoratori devono impegnarsi in prima persona a fianco dei loro rappresentanti sindacali, con varie forme di mobilitazione possibili. invece che discutere tra voi, magari proviamo a ragionare su quelle che potrebbero essere le forme di protesta diffusa più adatte ai collaboratori di farmacia, se ce ne fosse bisogno. Tu Isabella hai qualche idea?
Io faccio la farmacista in un’azienda semiprivatizzata che applica Assofarm, sono iscritta alla CGIL e l’ultima volta che ci hanno rinnovato il contratto mi ricordo che la trattativa fu travagliata, abbiamo partecipato a diverse assemblee e anche fatto sciopero (mi sembra almeno due volte a distanza di qualche mese). Non ho mai capito perchè i colleghi delle private aspettino il rinnovo come manna dal cielo, lamentandosi che non arriva e prendendosela con i sindacati che lo trattano perchè non ottengono abbastanza…. per lavoratori che per la maggior parte si guardano bene dall’iscriversi quanto dal farsi coinvolgere in qualunque iniziativa sindacale! giuro, lo vorrei capire. Il sindacato è una associazione di lavoratori, mica un tutor.
Sull’Enpaf malefico siamo d’accordo… anche lì ci dovremmo organizzare, ma nella rappresentanza ordinistica, la previdenza professionale non è tema di cui i sindacati si possano occupare
Ma per quanto riguarda l’ormai remunerazione non adeguata alla vita odierna e gli eventuali arretrati…..come la mettiamo…..ormai quasi tutte le categorie di lavoratori …..anche non laureati ,l’hanno ottenuta…..non possiamo noi collaboratori andare avanti così!!!! Anche il malefico ENPAF ha aumentato le sue quote