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03 Luglio 2018

Amazon vuole sostituire le farmacie?

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-06-28/amazon-compra-farmacia-online-crollano-titoli-catene-negozi-162147.shtml?uuid=AEi0q2DF

Questo articolo del Sole 24 ore, poi ripreso da tutti,  pochi giorni fa ha scatenato il dibattito anche in Italia sull’acquisto da parte di Amazon di PillPack, un’azienda americana specializzata nel confezionamento di terapie predosate. Non è solo un problema di concorrenza, ma di struttura del sistema.

La distribuzione del farmaco è un settore sensibile e regolamentato da leggi stringenti, diverse nei diversi paesi e in relazione a impostazioni diverse dei sistemi sanitari : nonostante tutto il dibattito, a normativa vigente nessuno in Italia può né sconfezionare i farmaci né vendere online farmaci con obbligo di ricetta, ma qualche sperimentazione in corso o in progetto (una per tutte quella in atto in Lombardia) ci invita alla massima cautela prima di pensare che il sistema italiano non corra rischi.

Dai movimenti di Amazon sul “mercato della salute” americano (tutto a carico della spesa privata dei cittadini e delle loro assicurazioni), si legge un tentativo di esautorare la farmacia e il farmacista dalla gestione del paziente, specialmente quello cronico, e appaltarne la gestione a un nuovo sistema, in cui un’assicurazione e un distributore logistico   gestiscono l’erogazione delle dosi di farmaco consegnando la terapia periodicamente o a richiesta a casa del paziente, “per contenere i costi e aumentare il benessere “. Grazie Jeff, ma gli americani con le confezioni da 100 cps di ibuprofene a meno di 10 dollari già hanno i costi sanitari più alti del mondo per malattie iatrogene in conseguenza dell’abuso di farmaci, non è detto che pagare la stessa confezione 2,99 e farsela consegnare a casa sia un vantaggio in termini di salute (né di costi sanitari complessivi).

Il farmaco non è un bene di consumo ma un bene di salute, e il farmacista non è un venditore ma un professionista sanitario che controlla le prescrizioni mediche, consiglia secondo scienza e coscienza, fa educazione agli stili di vita e alla prevenzione.  Sostituirlo con un assicuratore, un fattorino e una app può forse sembrare una buona idea ad Amazon, ma a chi è “del mestiere” appare profondamente inquietante, non solo per la sparizione del farmacista (e dei nostri posti di lavoro) ma anche per quello che potrebbe significare in termini di salute pubblica se l’evoluzione 4.0 della distribuzione del farmaco andasse in quella direzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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1 commento

  • Antonio says:

    Posso chiedere un aiuto..Dopo 22 anni che lavoro nella stessa farmacia 45 ore e solo 13 giorni di ferie fatte il mio titolare in seguito a una discussione mi manda a casa dicendo di stare a casa per 15 giorni lo può fare?Grazie Antonio

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